Domenico di Palo

da "Ventilabro" (1959-1961)*

  

MALINCONIA

E mi perde la piatta
Malinconia di questa
Brulla campagna
Già morta nello spazio.



POMERIGGIO D'ESTATE

In questi bianchi spazi
Le ore sono torbide

L'aria spasima
Di enormi silenzi
E un sole implacabile
Scioglie nell'azzurro
Impallidito
Ogni coscienza.

Resta soltanto nella realtà
In un linguaggio di sogno
Un vago sentore
Di morte.



AD UN RAGAZZO CAVAMONTE

Il selciato sente la tua fatica.

Trascini lentamente i tuoi passi
E come nei giochi infantili
Sei sporco di sudore e di polvere

Ma le tue spalle son curve
Per un peso più grande
Mentre t'accompagni, vagabondo,
Al tuo stanco desiderio.



MARZO

Come questa terra gravida di piovaschi
Così la mia vita si stira
Ai raggi tiepidi del sole.

Ed è più languido il mio passo
Sulla ghiaia che risuona
Di tante voci fiacche.



MI DICI

Mi dici che è vano movimento
L'ombra che trema nel vento

E il fugace incanto dell'acqua
Che sento in sordina
Disfarsi sul greto.

Mi dici che è vano movimento
Anche il cadere del tempo

E la tua indolenza langue
Alfine con licenza.



PIU' DOLCI

Più dolci più tristi
I tuoi occhi la sera

Più quieti più muti
I tuoi gesti

Più caldo più buio
Il tuo corpo la sera

Più soli e distratti
Noi due nella sera

Noi due
Che ci stiamo accanto.



NOTTURNO ALLA CAMPAGNA PUGLIESE

Nel chiarore lunare
Anche stasera
Affiori in antiche esperienze

Nei languidi fuochi
Appoggiati ai muri
Imbiancati di calce

Nelle basse vigne
Curve in riposi
Sempre uguali

Nel grave passo del contadino
Che frantuma le zolle riarse
Forse per dissotterrare
Sconosciute dolcezze.



A YURI GAGARIN

Era la stagione alta dell'uomo
E tu affondavi negli spazi
Per dimostrare l'umano

E quando nell'ansia
Dei tuoi momenti di piombo
Vincevi lo smarrimento
Eri l'orgoglio di un tempo

Di un tempo che s'affaccia
Sui cieli spalancati
E già vince la paura
E il silenzio.



SUI MARCIAPIEDI

Sui marciapiedi
Hanno edificato
Il tempio della disperazione

Ma Cristo è soltanto nella bestemmia
Che si mischia alla polvere
Già densa di sputi

Senza paralisi e senza slanci
Qui si diserta l'esistenza
E la consapevolezza è una trincea.

 

*"Ventilabro", (1959-1961), inedito.

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