MICHELE DAMIANI
Diciamoci la verità: nell’era
della rottamazione ciò che più ci manca
è la qualità. Cose senza qualità,
rapporti senza qualità, arte senza qualità, libri
senza qualità e una irrefrenabile vocazione al brutto; ma
tant’è, questo passa il secolo basso e
quindi… Per fortuna ogni tanto capita di inciampare nella
eccezione che conferma la regola, lenisce appena il dolore.
Ho sul mio tavolo un bel libro curato nella forma e nel contenuto sda Domenico di Palo, poeta e compagno di strada del compianto Ivo Scaringi. Si tratta di un prezioso volume che cerca di mettere ordine (riuscendoci) nella produzione non copiosa dell’artista scomparso. L’autore indaga anche, gradevolmente, sulla vita del pittore e della sua famiglia regalandoci pagine poetiche e tenere di forte intensità. “Muto, consumato nella tua dolcezza…”.
Di pagina in pagina ci si accorge di come Scaringi non abbia sperperato un solo grano della sua sapienza artigianalmente geniale e di come nel suo vocabolario non trovarono mai posto né la banalità né la volgarità. “Lavoro molto e produco poco…”. L’impegno di una testimonianza costante, nella tragica irrimediabile, peciosa solitudine nella quale l’uomo si è incartato.
Misurata, la riflessione sull’Uomo, corredata da foto bellissime e informali dove l’Artista appare come “senza disperazione”. Pensieri e testimonianze di amici prese al volo, senza rete, rendono giustizia all’opera del Maestro tranese.
Emblematico Ginetto Guerricchio: “Con sincerità ti dirò e con un po’ di gelosia (e perché no) che qualcuno di questi quadri avrei voluto saperli dipingere io, così, per quella foga del racconto, per quel razionale segno sanguigno, che sempre attraversa spietato i colori più dolci e che mi rendono congeniale la tua pittura”. Sublime franchezza nelle parole dell’amico, che riconoscendo il valore dell’artista non temeva certo di sminuire il “proprio”, di valore.
Segue e chiude il volume il bel volume, un florilegio di opere che dove ce ne fosse bisogno urlano ai sordi il talento di “un piccolo grande uomo”.
“IVO SCARINGI”, a cura di Domenico di Palo, Mario Adda Editore, 1999.
Ho sul mio tavolo un bel libro curato nella forma e nel contenuto sda Domenico di Palo, poeta e compagno di strada del compianto Ivo Scaringi. Si tratta di un prezioso volume che cerca di mettere ordine (riuscendoci) nella produzione non copiosa dell’artista scomparso. L’autore indaga anche, gradevolmente, sulla vita del pittore e della sua famiglia regalandoci pagine poetiche e tenere di forte intensità. “Muto, consumato nella tua dolcezza…”.
Di pagina in pagina ci si accorge di come Scaringi non abbia sperperato un solo grano della sua sapienza artigianalmente geniale e di come nel suo vocabolario non trovarono mai posto né la banalità né la volgarità. “Lavoro molto e produco poco…”. L’impegno di una testimonianza costante, nella tragica irrimediabile, peciosa solitudine nella quale l’uomo si è incartato.
Misurata, la riflessione sull’Uomo, corredata da foto bellissime e informali dove l’Artista appare come “senza disperazione”. Pensieri e testimonianze di amici prese al volo, senza rete, rendono giustizia all’opera del Maestro tranese.
Emblematico Ginetto Guerricchio: “Con sincerità ti dirò e con un po’ di gelosia (e perché no) che qualcuno di questi quadri avrei voluto saperli dipingere io, così, per quella foga del racconto, per quel razionale segno sanguigno, che sempre attraversa spietato i colori più dolci e che mi rendono congeniale la tua pittura”. Sublime franchezza nelle parole dell’amico, che riconoscendo il valore dell’artista non temeva certo di sminuire il “proprio”, di valore.
Segue e chiude il volume il bel volume, un florilegio di opere che dove ce ne fosse bisogno urlano ai sordi il talento di “un piccolo grande uomo”.
“IVO SCARINGI”, a cura di Domenico di Palo, Mario Adda Editore, 1999.
Michele Damiani
* In “Il Corriere del Giorno”.
Taranto 4 aprile 2000.