Domenico di Palo

MANLIO CHIEPPA


Crediamo fosse nel maggio scorso, quando eravamo intenti agli ultimi preparativi della imminente seconda mostra di Arte&Maggio, che ci giunse una breve informativa che preannunciava una pubblicazione sull’artista Ivo Scaringi, con l’approssimarsi del primo anniversario della sua immatura scomparsa avvenuta negli ultimi giorni di giugno del 1998.
Fummo favorevolmente sorpresi perché finalmente per un pittore, un artista di casa nostra si fossero coagulati degli amici e degli estimatori “veri”, che fattivamente portavano avanti quelle volontà espresse nella commemorazione, concretizzandole, tanto che ne avevamo parlato più tardi nell’ottobre seguente a Firenze col comune amico e collega Domenico Viaggiano, direttore di quell’Accademia, che con Ivo era stato compagno di classe a quel nostro istituto d’arte di Bari nella favolosa seconda netà degli anni ’50.
Qualche giorno fa, puntuale ecco giungerci inatteso un elegante volume, edito con la solita perizia ormai acquisita nel mondo culturale ed artistico dalla Mario Adda Editrice per i tipi della Uniongrafica Corcelli (pp. 160), accompagnato da un breve cordiale saluto del professor Domenico di Palo – che avendone conosciuto da sempre l’uomo e l’artista, n e firma la dedica con semplicità ed affetto: “Ad Anna e Nicola Scaringi in memoria di Ivo”.
Un’opera significativa e - crediamo – esaurientemente completa nella ricostruzione storica, per un insieme di scritti, documenti, riferimenti e testimonianze sui sessantuno anni di vita e d’arte dell’artista tranese; le sue origini di figlio d’arte perché suo padre Nicola, detto lo “sculturicchio” fu “un instancabile e appassionato scultore della pietra di Trani” con lo stesso fratello maggiore Franco, la sua formazione, allievo di Ciccio Spizzico che lo influenzò non poco, De Robertis e Stifano che lo colpì perché dipingeva la campagna tranese e la gravina di Ponte Lama; le sue amicizie con colleghi come Tony Prayer col quale divise per alcuni anni lo stesso studio - se non erriamo in Via Latilla a Bari – a due passi dal “Sagittario”, dove nel 1965 con Guerricchio, Salvemini, Martiradonna, il fratello Franco, Prelorenzo, Landi, Nuovo e Vallarelli fondò il gruppo d’impegno meridionalistico denominato “Nuova Puglia” che di breve durata fu ripreso in un certo senso dal successivo “Immaginazione e Realtà”; ed ancora gli incontri, le sue partecipazioni a mostre un po’ ovunque, i premi conseguiti, le “personali” allestite, le recensioni ed i consensi riportati copiosamente, gli inseparabili legami con i tranesi Schiralli, Minutilli, de Zio, ed i fatti più privati, come la conoscenza con Anna Visconti, la compagna della sua vita, la nascita dell’unico figlio (promettente fotografo), ed il suo mondo fra lo studio spoglio e disadorno e l’insegnamento…
Una sorta di raccolta, di “Appunti nel tempo”, puntigliosamente ordinata e precisa, che l’inseparabile fraterno amico di Palo – che sappiamo esponente lui stesso della cultura tranese e dintorni – ha voluto pubblicare, da cronista sincero, perché tutti, anche i non addetti ai lavori o i meno intimi, sfogliando quelle belle pagine e rimirando le sue tante opere (un’ottantina) rigorosamente riprodotte, a colori e in bianco e nero, conoscessero dappresso e ricordassero la genialità creativa ed espressiva di un artista schivo ed eccezionalmente modesto del suo stesso talento. Uno dei pochi, forse il migliore tecnicamente parlando e non solo, già dai tempi di una scuola che, seppure all’epoca seria ed esigente, per lui fu marginale, se non adatta ad ottenere il titolo per insegnare, scegliendo, dopo una breve disagevole parentesi trascorsa da docente nello stesso istituto di Bari, la scuola media nella sua città d’0rigine, che lo impegnò appassionatamente per lunghi anni sino al 1996, dimissionandosi “per avere - come aveva confidato in una intervista a suo figlio - molto tempo a disposizione…”.
Quello stesso inesorabile ed avaro tempo che invece gli è mancato, che magari “da libero” lo avrebbe utilizzato come non mai, uscendo da quel suo cercato isolamento, per recuperare, chissà, le mancate occasioni di meritati onori ed indubbi altri e più alti riconoscimenti.
Intimamente indecifrabile quel carattere di Ivo o fin troppo persuasivo, da giovanissimo allievo sembrava già estraniato e taciturno, come se i tanti discorsi intorno a lui non lo interessassero, anche se poi alcune volte, uscendo dalle sue distrazioni, si lasciava andare a pertinenti osservazioni con quella sua “ironia gentile” e innocentemente ammiccante; raramente s’accendeva in discussioni, preferendo stare con se stesso a riflettere riservatamente davanti ad una tela o ad un foglio vergine, dialogando su quegli argomenti che lui desiderava trattare e approfondire con la forza dell’intuizione creativa.
Qui si scioglieva trasformandosi, aggredendo con un “segno” forte: quel disegno che delineava immagini sentite che destavano stupore e facevano pensare.
La sua esistenza è stata equamente divisa fra gli affetti e gli ideali: le cronache ed i drammi quotidiani, i valori, le convinzioni, le passioni, fors’anche - a volte - i sogni in viaggi avventurosi e la magia poetica di cose irraggiungibili o “memorie” ritrovate come l’architettura ed il decoro di antichi monumenti, seguendo il “filo rosso” di pensieri lontani (la bottega paterna) e appagare il suo spirito per certi versi e all’apparenza tranquillo, ma carico e pregno interiormente di fuori e tormenti, che si traducevano sempre in quelle sue visioni come metafore traslate, nell’eterno desiderio di partecipare con le proprie sensazioni ed il proprio civile impegno alle inquietudini di quelle tante storie della vita.
La presentazione ufficiale del volume avverrà in Trani, programmata per sabato 8 aprile prossimo nella Sala consiliare di palazzo Calmieri in Piazza Trieste.
E’ auspicabile abbia una replica a Bari completata con una degna antologica: per non dimenticare un grande nostro artista che in vita rifiutò quei meritati onori che gli toccavano e che sarebbe tempo gli vengano riconosciuti.

Manlio Chieppa




* In “Roma” (Puglia e Basilicata), Napoli, 19 marzo 2000.

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